Il patto sporco by Saverio Lodato Nino Di Matteo & Saverio Lodato

Il patto sporco by Saverio Lodato Nino Di Matteo & Saverio Lodato

autore:Saverio Lodato, Nino Di Matteo & Saverio Lodato [Saverio Lodato, Nino Di Matteo & Lodato, Saverio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Chiarelettere
pubblicato: 2018-09-14T22:00:00+00:00


Questa storia la Corte d’assise di Palermo l’ha ricostruita così

di Nino Di Matteo

Il 19 Luglio del 2018, rispettando il termine procedurale dei novanta giorni dalla pronuncia del dispositivo, il presidente Montalto ha depositato le motivazioni della sentenza che ha condannato mafiosi e uomini dello Stato. 5252 pagine.

Un’opera monumentale. Una ricostruzione precisa, dettagliata, approfondita degli anni bui dello stragismo che segnarono il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica.

Ogni vicenda, ciascun fatto sviscerato in tutti i particolari emersi dal processo. Ogni segmento di una storia complessa correttamente valutato in collegamento con gli altri, precedenti e successivi. Con una logica stringente e con una visione d’insieme che, finalmente, si è dimostrata in grado di superare i limiti e i pericoli di valutazioni frammentate e riduttive che avevano caratterizzato altri processi.

5252 pagine. Ogni pagina una pietra, un pugno nello stomaco di chi per anni non aveva capito o aveva fatto finta di non capire. Per i distratti e per i «negazionisti» per vocazione. Quelli per cui la storia della mafia è solo bassa macelleria criminale. Non impressiona tanto il dato numerico. C’è molto altro: la chiarezza espositiva, la profondità di ogni argomentazione in fatto e in diritto, la dimostrazione della grande autonomia intellettuale di giudici che non si sono mai pregiudizialmente e acriticamente adeguati alle tesi delle parti processuali.

Una visione d’insieme, un quadro generale che ha permesso di valutare la condotta di ciascun imputato anche in relazione alla sua personalità, al suo comportamento processuale, ai suoi trascorsi criminali o professionali. Una ricostruzione che ha consentito di dipanare un filo rosso che collega vicende apparentemente distinte: la Trattativa – il dialogo che attraverso Vito Ciancimino, i carabinieri del Ros ottennero con i vertici di Cosa Nostra – la minaccia dei mafiosi nei confronti del governo della Repubblica che ne conseguì, i misteri legati alla cattura di Riina e alla mancata perquisizione del suo covo, l’interminabile latitanza (quarantatré anni!) di Provenzano e le coperture istituzionali di quella vergogna; le minacce, le rivendicazioni, i sinistri preannunci della «Falange Armata» che accompagnarono stragi e attentati tra il 1991 e il 1994; le vicende istituzionali connesse all’avvicendamento del ministro dell’Interno Scotti, il siluramento del capo delle carceri Nicolò Amato, il segnale di distensione che lo Stato volle dare alla mafia con la mancata proroga di 334 decreti di sottoposizione al regime del 41 bis di importanti esponenti della criminalità organizzata; l’evoluzione delle strategie politiche di Cosa Nostra: dal sogno federalista all’appoggio, incondizionato e condiviso dalle diverse anime dell’organizzazione mafiosa, al nascente partito politico «Forza Italia». La formazione del primo «governo Berlusconi» nel 1994 e il rinnovo della Trattativa e delle minacce non più attraverso il canale dei carabinieri ma, stavolta ricorrendo a quello già sperimentato in passato, di Dell’Utri-Berlusconi.

Tutto è collegato, tutto si tiene; ciascun passaggio della ricostruzione illumina la comprensione degli altri. Una storia complessa che la motivazione della sentenza ripercorre in parallelo a quella delle stragi che insanguinarono il paese. Quelle siciliane e quelle del «continente». Quelle realizzate e quelle fallite; gli omicidi eccellenti eseguiti e quelli il cui progetto venne improvvisamente abbandonato.



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